Fra gli annessi oculari, oltre al sistema lacrimale, un posto di primo piano è occupato dalle palpebre superiore ed inferiore. Questi due distretti anatomici presentano una fisiologia statica e dinamica complessa e le patologie da cui vengono colpite sono molteplici.
Fra queste, una delle principali è costituita dalla ptosi della palpebra superiore.
Cos’è la ptosi palpebrale superiore?
Si intende un abbassamento della palpebra superiore, più spesso monolaterale. Le cause riconoscono una eziologia traumatica (in caso di lesioni dirette al muscolo elevatore oppure del terzo nervo cranico che lo innerva), autoimmune (ad esempio nei casi di miastenia gravis) oppure legate all’età (la cosiddetta ptosi senile da distacco dell’aponeurosi del muscolo elevatore).
Quest’ultimo caso è quello più frequente ed il suo trattamento è chirurgico: consiste in un intervento che spesso viene eseguito in anestesia locale con sedazione. Ciò consente di poter contare sulla collaborazione del paziente, al quale in determinati momenti verrà chiesto di aprire e chiudere gli occhi. L’incisione cutanea viene praticata sulla plica palpebrale superiore (skin crease) in modo tale da minimizzare la cicatrice residua. Lo scollamento dei tessuti procede fino all’individuazione dell’aponeurosi del muscolo elevatore della palpebra che verrà suturata al tarso (la struttura cartilaginea da cui nascono le ciglia) all’altezza desiderata, cioè paragonandola alla controlaterale. In questo passaggio si chiede appunto al paziente di aprire e chiudere gli occhi. L’intervento si completa con una sutura in nylon che viene rimossa in 5 giorni.
Altra patologia tipica dell’anziano è l’ectropion/entropion della palpebra inferiore.
Cos’è l’ectropion/entropion della palpebra inferiore?
Con questi termini si intende l’eversione della palpebra inferiore verso l’esterno (ectropion) oppure verso l’interno (entropion). Le cause possono essere traumatiche (paralisi del settimo nervo cranico) o più spesso legati all’età (quando la naturale cedevolezza della cute dell’anziano grava troppo sulla palpebra). L’ectropion provoca epifora (lacrimazione), dal momento che le palpebre non sono più accollate in fase di chiusura, arrossamenti congiuntivali e nei casi peggiori patologie corneali quali l’ulcera. Quest’ultima è invece tipica dei casi di entropion, conseguente allo sfregamento delle ciglia sulla superficie della cornea. In entrambi i casi il trattamento è chirurgico e non molto diverso. Consiste nell’accorciare la palpebra inferiore rimettendola in tensione. Tale intervento si pratica incidendo la cute subito sotto alle ciglia (incisione subciliare) ed asportando una quantità idonea di tarso. La sutura con fili riassorbibili ed in nylon (quest’ultimi da rimuovere in 3-4 giorni) completano l’intervento.
CASI CLINICI
– Esito di trauma palpebrale, ragazza di 17 anni vittima di incidente stradale.
Pre 1-2: come si presentava a me a poche settimane dal trauma, dopo essere stata ricoverata in terapia intensiva: in particolare come le fosse impossibile chiudere adeguatamente gli occhi a causa della perdita di sostanza delle palpebre superiori
Intra 1-2-3-4: Particolare dei passaggi intraoperatori, prelievo di cute retroauricolare, doppio innesto sulla palpebra superiore destra
Post 1-2: a 6 mesi dal trauma, ottima integrazione dell’innesto e funzionalità palpebrale ripristinata
– Paziente di 71 anni affetta da carcinoma basocellulare di tipo nodulare infiltrante della palpebra superiore sinistra.
Pre 1: come si presentava a me
Intra 1-2-3-4: resezione del tumore, allestimento di lembo della palpebra inferiore e innesto a ricostruire la superiore secondo tecnica di Cutler-Beard
Intra dopo 20 gg: A circa 3 settimane l’innesto appare perfettamente integrato e pertanto con un secondo intervento chirurgico in anestesia locale il lembo può essere autonomizzato.
Post 1-2: La motilità palpebrale superiore è conservata, ad occhi chiusi l’occhio è perfettamente protetto, l’esito cicatriziale inferiore è pressoché invisibile e il risultato estetico globale è eccellente